La seconda missione Pal.M.A.I.S. si è svolta dal 2 al 27 novembre 2008.
La campagna 2008 è stata rivolta all'avvio dello scavo dell'edificio con peristilio nel settore meridionale del quartiere, in prossimità delle mura tardo-antiche
della città, identificato nella campagna 2007 come la struttura più imponente del quartiere sud-ovest.
L'area oggetto di indagine (saggio 1 e saggio 2, per un'area complessiva di 12x8 m, 96 mq) interessa il lato ovest del peristilio e si estende fin quasi al centro
dello spazio aperto tra le colonne.
Il lato ovest del peristilio si distingue dagli altri tre lati perché è
l'unico a non presentare alcun elemento visibile sul terreno.
Questo lato dell'edificio presenta 4 ambienti - denominati A, B, C, D - che si sviluppano lungo il fronte corrispondente alla colonna n. 6 del lato sud del peristilio, seguendone l'orientamento.
Tutti e quattro gli ambienti sono stati portati in luce solo parzialmente. La loro esplorazione proseguirà nella campagna 2009.
Sulla base della presenza di differenti tipi di murature e di differenti livelli di frequentazione si possono,
in via preliminare, ipotizzare almeno due fasi principali di frequentazione dell'edificio.
Durante la fase più antica erano in funzione gli Ambienti A e B, che presentano muri possenti in blocchi di dolomia, costruiti con tecnica a sacco (cioè con il solo paramento in grandi blocchi di dolomia) e conservati per quasi 2 m in altezza.
Solo nell'Ambiente A uno zoccolo lungo le pareti testimonia il livello dei pavimenti di questo periodo.
Gli Ambienti A e B dovrebbero appartenere all'edificio (una domus?) con peristilio, di cui peraltro non si è trovata, fino a questo momento, la fila di colonne del lato ovest, anche se i rifacimenti posteriori ne conservano perfettamente l'allineamento alla colonna n. 6 del lato sud del peristilio.
All'edificio più antico - e al suo prezioso arredo - appartengono verosimilmente i frammenti di stucchi decorati e le due lastrine in "serpentino/marmor lacedaemonium" e "rosso antico/marmor taenarium", marmi provenienti dalla Grecia, rinvenuti negli strati di crollo.
Nella fase più recente il livello di calpestio viene rialzato di circa 70 cm, con un terreno che risulta ingombro di macerie, e due nuovi ambienti (C e D), uno dei quali provvisto di una scala, vengono aggiunti nell'area del probabile portico ovest del peristilio.
I muri costruiti in questa fase sono costituiti da blocchi di medie e/o piccole dimensioni, solo in parte sbozzati e squadrati. Ampio appare il fenomeno del reimpiego nelle strutture di questa fase: è testimoniato in particolare dalle soglie, dai blocchi del pavimento dell'Ambiente C
e da un frammento di fusto di colonna addossato al grande muro est degli Ambienti A e B.
L'area del peristilio presenta, in questa fase, un piano in terra battuta, più volte rifatto. Una probabile vasca è addossata al muro che chiude a ovest quest'area aperta.
L'analisi delle strutture e dei livelli di crollo e di abbandono di questa fase sembra suggerire una sequenza complessa e continua di rifacimenti e trasformazioni progressive, sulle quali è necessario approfondire la ricerca, in particolare nell'Ambiente D.
Per quanto riguarda la cronologia, per il momento è possibile ipotizzare un orizzonte di VI sec. d.C. per la fase più recente, considerandolo un generico terminus ante quem per la fase più antica.
Soltanto lo studio integrale dei materiali e la prosecuzione dello scavo permetteranno di fornire indicazioni più precise.
Si sono evidenziati differenti tipi di murature:
1) muri costruiti con tecnica a sacco, con un accurato paramento in grandi blocchi di dolomia, uno dei quali è crollato nell'Ambiente D.
2) muri costituiti da blocchi di medie e/o piccole dimensioni, solo in parte sbozzati e squadrati.
Un esteso strato di crollo, che interessa gli Ambienti A, B e C, documenta anche l'utilizzo di mattoni crudi d'argilla.
I livelli di calpestio e frequentazione chiaramente identificati al momento sono almeno due:
il primo e più antico è stato raggiunto esclusivamente nell'Ambiente A, sotto un potente strato per il rialzamento e la regolarizzazione del terreno, in parte ingombro di macerie relative al crollo o alla distruzione del complesso più antico, ed è definito da uno zoccolo che corre lungo le pareti;
il secondo, più recente, è chiaramente identificabile, nell'Ambiente B (pavimento, costituito da una miscela di malta bianca e piccole scaglie litiche, parzialmente conservato al di sopra di una preparazione in pietre e malta nera molto tenace) e nell'Ambiente C (pavimento in lastre di calcare, legate da malta grigia e argilla).
La differenza di livello tra le due fasi è particolarmente evidente nel passaggio tra l'Ambiente A e l'Ambiente B dove è stata posta, alla quota del pavimento dell'Ambiente B, una soglia di reimpiego.
Anche nel passaggio tra l'Ambiente A e l'Ambiente C è evidente la differenza di livello tra le due fasi: l'apertura è stata tamponata e rialzata con blocchi e lastre in pietra, ma in questo caso la soglia non è stata rinvenuta ed è verosimile che sia stata rimossa già in antico.